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SXSWi in 10 parole ed altrettanti hashtag

March 18, 2010

La parte Interactive di SXSW si è appena conclusa ieri, ma il festival continua fino a domenica con le sezioni Music&Film. Twitter è intasato di geek -qui dicono circa 10.000- che commentano l’evento e il loro ritorno a casa, mentre in città sono arrivate le band. L’imponente Convention Center è stato trasformato nella notte per ospitare l’arrivo dell’industria musicale, e già da stamattina il programma è ripartito a pieno ritmo con showcase, panel e presentazioni agli stand. Cerco quindi di metter giù a caldo un po’ di appunti sulle parole chiave ricorrenti in questi giorni, ma poi li riprenderò con più calma e approfondimento.

Dunque vediamo. Wow. Che dirvi, “I’ve seen things you people wouldn’t believe”… Ok, forse così è un po’ eccessivo, tra l’altro c’è già chi ha lanciato la solita polemica sulla commercializzazione dell’evento, ma se volete i miei due cent: io sono ancora a metà e già sto pensando a come organizzare il viaggio del prossimo anno e all’idea che un appuntamento come questo dovrebbe essere inserito come obbligatorio nei percorsi universitari e nell’agenda di chi lavora nelle cosiddette industrie creative, specialmente se in Italia.

Riflessioni più approfondite al mio ritorno, per ora eccovi un mio primo tentativo di sintesi per punti delle tendenze più discusse e presenti qui (negli oltre 250 panel e presentazioni; per ogni punto metto l’hashtag twitter della sessione che più mi ha colpito al riguardo):

  • Cloud: la prima tendenza è quella di attività online sempre più spostate “sulla nuvola”. Presentazione preferita con spunti sull’argomento quella di Daniel Ek, CEO di #spotify
  • Community: qui il riferimento principale non può non andare a #clayshirky (al quale ho avuto l’onore di consegnare ufficialmente la spilletta di Kublai 🙂 )
  • Experience: quasi un mantra, ciò che si vende e funziona oggi è l’esperienza, non (solo) i contenuti o i prodotti; spesso associata alle altrettanto fondamentali autenticity ed emotional; intervento preferito sull’argomento senz’altro quello di Gary Vaynerchuk #refreshgary
  • Games: fortissima la presenza di progetti e panel sui social games, in particolare quelli associati al mobile e ai social network: Facebook ha organizzato un “FB garage” sull’argomento e le prospettive future, ma la palma d’oro di protagonisti assoluti in visibilità va sicuramente alle due startup #foursquare e #gowalla (alleate sul campo con gli staff di Facebook e Ning)
  • Mobile (spesso associato a Geolocation): qui il wifi è ovunque e aperto, e tutta l’organizzazione è centrata su aggiornamenti via smartphone ai e dai partecipanti; strumento principale e dominatore assoluto della scena è Twitter, e lunedì alle 2 l’intero Convention Center si è fermato per ascoltare l’intervento (non particolarmente memorabile) del suo CEO Evan Williams #twitter
  • People: come funzioneranno le industrie culturali e creative del futuro ancora non si sa, ciò che è chiaro però è che il ruolo delle persone nella produzione e scelta dei contenuti, e nelle relazioni rimane centrale; se n’è parlato -ad esempio- a #revengeofeditorials
  • Rework (distributed teams): il futuro del lavoro -soprattutto nelle industrie creative- è sempre meno legato a un luogo di lavoro fisso, e va sempre più nella direzioni di team distribuiti che lavorano per progetti; Rework è il titolo del nuovo libro di Jason Fried e David H. Hansson di 37signals entrambi presenti a SXSW, ma sull’argomento due sessioni molto interessanti sono state anche #coworkingfuture e #thirdcoast
  • Search: le modalità di ricerca delle informazioni, sempre più in real time, sono un aspetto centrale di tutti i progetti e gli strumenti web; menzione qui per #searchpatterns
  • Social: parola iper-inflazionata e associata a quasi tutto; interessanti le discussioni su Social Health e Crowdfunding musicale #sxsh #crowdfunding, come anche le presentazioni di #danahboyd e #joiito sulle implicazioni legali e sociali nella nuova internet;
  • Virtual worlds: ultima menzione per un argomento che invece è rimasto a margine di tutte le conversazioni, quasi dimenticato, la presenza di Philip Rosedale praticamente inosservata, e l’unica sessione su #secondlife in una stanza semi-nascosta, con un titolo che parlava da se: “Second Life, where are they now?” Incredibile come non ne parli più nessuno e anzi la gente sia meravigliata quando racconto che per noi invece è uno strumento parecchio utile…

La chiusura di SXSWi, visionaria e riflessiva, è stata di #brucesterling, che nel ruolo del grande vecchio ha raccontato immagini del mondo di oggi dai suoi viaggi, del passato e della mitologia (Socrate e Cassandra), finendo con una lettura da Mark Twain (“an high tech guy”). Il tema di fondo era internet, la sua nascita, l’evoluzione, e i motivi per cui saremo criticati in futuro da giovani che nulla sanno di ciò che è stato.

Al centro una affermazione che si ricollega con la continuazione degli eventi qui: stiamo andando tutti nella direzione dell’industria musicale.

Avanti con SXSWmusic dunque. Qui c’è una bella energia e un sacco di idee. Stay tuned.

in medias res

March 11, 2010

Interno giorno: Aereoporto di Washingthon. 5:05 pm local time. Sulla via di Austin per partecipare a SXSW2010. Can’t wait.

Ci sono ancora un po’ di cose da sistemare in questo blog, e non ho neppure capito ancora in che lingua voglio scrivere qui. Ma non c’è tempo, si parte. E poi una delle lezioni imparate dagli ultimi anni di progetti è che l’azione è ontogenetica. Azione, quindi, e buon viaggio.